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Smartworking e mobilità: l’esperienza del lockdown a Milano

“Le disposizioni attuate per il contenimento e il contrasto alla crisi sanitaria del COVID 19 hanno avuto degli effetti senza precedenti sugli spostamenti della popolazione e, di conseguenza, sulla viabilità, sull’utilizzo dei mezzi pubblici e sulla qualità dell’aria.
Questa situazione può rappresentare una preziosa analisi di “stress test” per lo studio di soluzioni sostenibile per la mobilità urbana.

RSE ha promosso uno studio sull’area di Milano, al fine di mettere in luce la variazione della domanda di mobilità durante il periodo del lockdown, rispetto alla situazione “normale pre covid 19”.
Sono state analizzate, attraverso i dati di telefonia mobile, informazioni riguardanti gli spostamenti effettuati nei giorni feriali in tre diversi periodi compresi tra i mesi di Febbraio e Marzo 2020, e rappresentativi delle progressive restrizioni applicate.

Lo studio presentato nel Dossierse ha evidenziato come i provvedimenti presi per il contenimento del contagio abbiano generato una rilevante e progressiva diminuzione degli spostamenti nella città di Milano, pari a circa il 55% in meno rispetto alla situazione base, in coerenza con le indicazioni emerse dai dati di monitoraggio della mobilità effettuati da AMAT.
Questo dato è stato analizzato nel dettaglio al fine di determinare le zone, le fasce orarie e le tipologie di spostamenti che hanno subito i maggiori effetti.
I risultati, riportati nel presente DossieRSE, possono costituire una valida base di lavoro per l’analisi dell’effetto di possibili soluzioni per una mobilità più sostenibile, come ad esempio lo smartworking”.

“L’emergenza sanitaria causata dal COVID 19 e le misure che sono state prese per il suo contenimento rappresentano una condizione senza precedenti per la nostra società.
Il divieto di ogni tipo di spostamento non necessario e la raccomandazione di rimanere nelle proprie abitazioni hanno costituito un’esperienza, per la popolazione, mai verificata dal dopoguerra.
Nella speranza che questo periodo rimanga un unicum, i dati raccolti durante il lockdown sono una fonte preziosissima di informazioni, per diversi aspetti della nostra collettività, tra cui la mobilità.
Con la chiusura di tutte le attività non necessarie, molte aziende si sono trovate costrette, al fine di continuare l’attività produttiva, a sperimentare il lavoro da remoto: lo smartworking.
Questa modalità, seppur non in forma così spinta e vincolata, potrebbe essere adottata anche in condizioni “normali” al fine di conciliare vita lavorativa e privata.

Lo studio presentato in DossieRSE, che si è avvalso dei dati inviati dai dispositivi mobili sugli spostamenti di circa 33000 persone, circa il 3% della popolazione che giornalmente gravita su Milano, ha messo in evidenza come lo smartworking possa costituire anche un’efficace soluzione per una mobilità sostenibile all’interno dei contesti urbani.
I dati, mostrati in questo DossieRSE, infatti, evidenziano come le riduzioni dei consumi e i benefici ambientali siano paragonabili a quelli di altre iniziative già ipotizzate o messe in atto, con innegabili effetti positivi in più sulla qualità della vita dei lavoratori”.

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